SONNY ROLLINS SEXTET
Bologna, Italy - Palazzo dei Congressi, Sala Europa Auditorium
Thursday 28 October 1993

Sonny Rollins, tenor sax
Clifton Anderson, trombone
Bob Cranshaw, double bass
Victor See Yuen, congas, percussion
Jerome Harris, electric guitar
Greg Williams, drums

01 Band intro 00:18
02 Falling In Love With Love 10:52
03 Duke Of Iron 17:04
04 Sonny Rollins announcement 00:33
05 Where Or When 10:17
06 Prelude to a Kiss 12:49
07 Why Was I Born? 17:46
08 Darn That Dream 18:09
09 You 14:16
10 Tennessee Waltz 08:50
11 Keep Hold Of Yourself 10:45
12 My Old Flame [with tape flip][cut out] 00:39

122' 26"

Not recorded
13 Don't Stop The Carnival 10:41
14 I'll Be Seeing You 11:48

Incomplete concert

Thanks Jazzrita and Yes1982 for setlist

Lineage: Audience recording > Stereo Mic Sony ECM909 > Tape Sony DAT Master 120 > DAT Sony TCD-D7 (48khz-16bit) > toslink cable > Sony PCM-D50 (48khz-16bit) > WAV > Nero WaveEditor > TLH > Flac8

Quality: B+

Tape #299

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/10/30/sonny-rollins-gigante-del-sax.html

SONNY ROLLINS GIGANTE DEL SAX
IL COLOSSO del sax � ancora lui, Sonny Rollins. Un vero trionfo, con ovazioni da concerto rock, l' ha accolto a Bologna nell' unico appuntamento italiano, promosso da Repubblica, della sua tourn�e europea. Una platea straripante (i 1500 posti della Sala Europa erano esauriti da giorni) con una larga rappresentanza di giovani. E, come in altre occasioni, Rollins ha ben ripagato tanto affetto, con un concerto di oltre due ore, senza risparmiarsi ma, anzi, suonando a pi� non posso. Ci si chiede come sia possibile che, a 63 anni, Rollins abbia sempre una tale lucidit� e soprattutto una tale integrit� fisica, con un capacit� polmonare paragonabile forse solo a quella di un atleta. Il suo fraseggio � sempre torrenziale, e un vero e proprio uragano di note si abbatte sulla platea affascinata. Rispetto ad altre occasioni, Rollins in pi� di un momento ha offerto straordinari spunti di improvvisazione, in particolare in un lungo ' solo' -senza l' accompagnamento del quintetto di musicisti -, una intensa cavalcata tra temi esposti poi stravolti, ripresi e nuovamente abbandonati, con una lucidit� nel fraseggio che non � mai venuta meno. Tanto che � parso di ritrovare il protagonista di The solo album, il disco live che nel 1985 entusiasm� pubblico e critica. Leggermente claudicante, il lungo camicione rosso, la barba bianca, gli occhiali neri e un bizzarro copricapo, Rollins, con lo strumento collegato come di consueto a un radiomicrofono, ha dimostrato ancora una volta di essere il pi� grande. Manca per�, e non da oggi, il lavoro d' insieme con il gruppo: i cinque partner sono semplici accompagnatori, nonostante discrete individualit� come il trombonista Clifton Anderson o il bassista Bob Cranshow. Ma Rollins vuole la scena tutta per s�, in mezzo al palco, il sax sollevato verso l' alto, come una vera primadonna. E sembra quasi che a volta limiti volontariamente il lavoro del gruppo, a cui lascia pochi spazi per assoli un po' scolastici, come nel caso del chitarrista Jerome Harris o del percussionista Victor See-Juen: quest' ultimo una presenza inutile, nonostante le ovazioni che hanno accolto i suoi interventi alle congas. E l' assenza del pianoforte (nell' ultima tourn�e c' era Mark Shoskin) s' � avvertita in pi� di una occasione, soprattutto nelle ballad, e nei tempi pi� lenti. Il repertorio del concerto non ha riservato grandi sorprese. Come sempre Rollins ha iniziato con il festoso calypso di Don' t stop the carnival, ripreso poi anche nel finale, dove ha subito sfoggiato il carattere impetuoso del proprio linguaggio. Di Duke Ellington ha proposto Prelude to a kiss, dal repertorio ' crooner' un classico frequentatissimo come Non dimenticar (che fu anche un successo di Nat King Cole), e, da Falling in love with jazz, il suo disco del 1989, il brano omonimo e Tennessee waltz. Ma la sezione ritmica, soprattutto lo scialbo Greg Williams alla batteria, � parsa non certo all' altezza, proponendo solo un tappeto percussivo che ha fatto rimpiangere i vari De Johnette, Watts o Smitty Smith che hanno accompagnato Rollins negli ultimi dischi. Ma il pubblico era comunque tutto per lui, tanto che alla fine, nonostante la lunghezza del concerto, ha richiesto invano anche un bis. Ma Rollins non si � pi� concesso. E, forse, sarebbe stato pretendere troppo.
di GIANNI GHERARDI
30 ottobre 1993 sez.










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